La viabilità di Ascoli, diciamocela chiaramente, è sempre
stato un gran casino. Sensi unici, sensi vietati, parcheggi che ti fanno davvero
esclamare che il tempo è prezioso, e
vale 1,60 all’ora. A complicare di più
il mio delicato rapporto con freno e frizione e marce quest’anno ci si mettono
anche i lavori in corso. Generalmente non mi immischio nelle ruette di AP con
la macchina. Badate bene non per imbranataggine, ma perché il sanpietrino dissestato è il maggior nemico
delle sospensioni delle macchine (sospensioni
già messe a dura prova dai dossi birichini che ci allietano oramai da qualche anno) . No quest’anno oltre ai sensi
unici automobilistici ci sono anche i sensi vietati pedonali. Non so voi ma io
quest’estate mentre munita di sandaletti mi avvicinavo alle poste tutto ad un
tratto mi sono ritrovata con i piedi insabbiati causa lavori in corso. Ma era
solo l’inizio dei miei guai. Da lì in poi infatti la strada per il bancomat era
un’incognita. Davanti a me tre strade transennate e tre opportunità, da una
parte arrivi in tipografia e non alle poste, se prendi un’altra strada arrivi
alla cassa di risparmio ma non al bancomat e se sbagli il terzo tentativo sconti la
penalità aiutando i muratori a impastare il cemento.
Quando le cose sembravano finalmente appianate ecco che spuntano nuovi cantieri +
disagio frane. Non posso girare per
Corso Mazzini che è chiusa e sono così imbranata che non riesco a districarmi
per le vie dietro la ragioneria (sensi
unici infami) accendo il Tom Tom, che dopo due minuti mi manda a quel paese con
un “questa strada non s’ha da fare ne oggi ne mai” , prendo la circonvallazione
che, piena di frane mi fa tardare di mezz’ora.
Il ponte di Santa Chiara è chiuso per cui di nuovo si riparte dal via con parolacce e
improperi.